Post by Ray Sant on Feb 12, 2008 12:14:54 GMT 1
[ftp]http://www.youtube.com/watch?v=4SLXgQrXvbI[/ftp]
[ftp]http://www.as.com/deportes/audios/gol-mancini-roma-r/csrcsrpor/20080219csrcsrdep_9/Aes/[/ftp]
[ftp]http://www.youtube.com/watch?v=Uhu1FcufcPw[/ftp]
IL FOTOGRAMMA di PAOLO MARCACCI
All'arte basta un istante. Il mondo si ferma: Totti
A Mirò bastavano una tela e qualche tratto di pastello;
Ungaretti descriveva il mondo in due parole;
a Benvenuto Cellini bastavano uno scalpello e qualche bicchiere di vino:
bisogna sempre aver rispetto dell'arte,
non pretendere che si esprima secondo i tempi che noi pretenderemmo da essa,
ma soltanto confidare in quel qualcosa che,
prima o poi, accadrà, come in un qualsiasi cinquantottesimo minuto.
Ma non è una serata qualsiasi, stasera ogni refolo di vento può avere il peso specifico del piombo, ogni filo d'erba un valore strategico, come un rilancio di Mexes all'apparenza usuale, quasi scolastico: palla che atterra sulla bambagia, laddove Lui la chiama, con l'esca di uno scarpino accogliente;
si gira poi su se stesso, ma forse è Lui che resta immobile e l'Olimpico che gli piroetta attorno, facendogli l'ennesima riverenza;
poco importa, un tale di nome Heinze, alla fine, ricorderà soltanto un pesante senso di capogiro e poi il nulla che c'è alla fine della vertigine.
Poi la palla comincia a fare le fusa e docile si avvia la dove le viene ordinato, come quelle macchinine radiocomandate che al Pincio regalano ammirate evoluzioni.
Alla fine del prezioso corridoio c'è poi la gloria, i lampi ammirati che immortalano l'istante buono per gli almanacchi, la Cassazione dei numeri.
Noi ci fermiamo all'attimo che tutto precede, al piacere del gesto ancora fine a stesso, prima che arrivi la scienza dell'utile a dirne l'utiltà.
E tutto l'Olimpico vorrebbe essere almeno
placca di metallo, ernia discale,
gluteo sciatalgico, quadricipite dolorante.
All'arte, dicevamo all'inizio, basta spesso un istante, o poco più: ecco perché, quando il mondo sembra fermarsi per trattenere il respiro, Totti continua a girare.
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[ftp]http://www.youtube.com/watch?v=Uhu1FcufcPw[/ftp]
IL FOTOGRAMMA di PAOLO MARCACCI
All'arte basta un istante. Il mondo si ferma: Totti
A Mirò bastavano una tela e qualche tratto di pastello;
Ungaretti descriveva il mondo in due parole;
a Benvenuto Cellini bastavano uno scalpello e qualche bicchiere di vino:
bisogna sempre aver rispetto dell'arte,
non pretendere che si esprima secondo i tempi che noi pretenderemmo da essa,
ma soltanto confidare in quel qualcosa che,
prima o poi, accadrà, come in un qualsiasi cinquantottesimo minuto.
Ma non è una serata qualsiasi, stasera ogni refolo di vento può avere il peso specifico del piombo, ogni filo d'erba un valore strategico, come un rilancio di Mexes all'apparenza usuale, quasi scolastico: palla che atterra sulla bambagia, laddove Lui la chiama, con l'esca di uno scarpino accogliente;
si gira poi su se stesso, ma forse è Lui che resta immobile e l'Olimpico che gli piroetta attorno, facendogli l'ennesima riverenza;
poco importa, un tale di nome Heinze, alla fine, ricorderà soltanto un pesante senso di capogiro e poi il nulla che c'è alla fine della vertigine.
Poi la palla comincia a fare le fusa e docile si avvia la dove le viene ordinato, come quelle macchinine radiocomandate che al Pincio regalano ammirate evoluzioni.
Alla fine del prezioso corridoio c'è poi la gloria, i lampi ammirati che immortalano l'istante buono per gli almanacchi, la Cassazione dei numeri.
Noi ci fermiamo all'attimo che tutto precede, al piacere del gesto ancora fine a stesso, prima che arrivi la scienza dell'utile a dirne l'utiltà.
E tutto l'Olimpico vorrebbe essere almeno
placca di metallo, ernia discale,
gluteo sciatalgico, quadricipite dolorante.
All'arte, dicevamo all'inizio, basta spesso un istante, o poco più: ecco perché, quando il mondo sembra fermarsi per trattenere il respiro, Totti continua a girare.