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Post by GLADIATORE on Jan 13, 2006 12:09:15 GMT 1
E' il momento di AQUILANI, lo ha detto anche ieri Panucci in conferenza stampa. Alberto Aquilani è uno dei centrocampisti della Roma più in forma, segna e fa segnare. Oggi il giocatore giallorosso parla a "il Corriere dello Sport": "Aspettavo un periodo così. Spalletti è stato importante perché mi ha dato coraggio e mi ha fatto giocare nel mio ruolo. Sento molto la sua fiducia in questo momento". Una fiducia che gli diede anche Fabio Capello, a soli 16 anni: "Mi ha fatto crescere portandomi in prima squadra quando avevo solo 16 anni. Per tre stagioni mi ha seguito insegnandomi molto. Poi mi ha fatto esordire in coppa Italia contro la Triestina". Aquilani è un prodotto del vivaio, è romano e romanista: "Per chi è cresciuto in questo club giocare in serie A con questa squadra è il massimo. Sto conoscendo Totti, cerco di imparare da lui. Senza dubbio Francesco è il miglior giocatore in Italia".
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Post by Lintervista su CDS on Jan 13, 2006 19:53:01 GMT 1
Roma il mio mondo è qui «Ha ragione Totti, questa maglia è il massimo» Due gol in quattro giorni, la maglia da titolare: è il suo momento più bello
di Guido D’Ubaldo Alberto Aquilani, due gol negli ultimi quattro giorni, un posto da titolare conquistato da un mese. E’ questo il suo migliore momento da quando ha deciso di fare il calciatore?
«Sì, direi di sì. Lo stavo aspettando, finalmente è arrivato».
C’è stata una svolta, un episodio che ha fatto scattare la scintilla?
«Il lavoro durante gli allenamenti, la volontà di sacrificarsi per migliorare. Un insieme di cose che mi ha fatto maturare».
Spalletti l’ha aspettata, ma ha dimostrato sin dal primo giorno di avere fiducia in lei.
«Mi ha fatto sempre giocare nel mio ruolo, mi ha dato coraggio e nella posizione a me più congeniale riesco ad osare di più».
Ci ha messo un po’ di tempo per riuscire a dimostrare il suo valore.
«Lo scorso anno ho giocato abbastanza prima di infortunarmi, ma spesso mi sacrificavo in un ruolo non mio. Per le mie caratteristiche preferisco giocare in mezzo».
Il 17 dicembre 2002 le ricorda qualcosa?
«E’ la data del mio esordio in Coppa Italia, all’Olimpico contro la Triestina. L’allenatore era Capello, avevo diciotto anni. Ma mi portò in ritiro con la prima squadra ancora prima, quando non avevo ancora compiuto sedici anni. E per tre anni di seguito mi ha fatto allenare con i grandi. Mi ha insegnato tanto».
Importante? Poi nel 2003-2004 l’esperienza in serie B con la Triestina. «Moltissimo giocai 41 partite, quasi tutte da titolare, quasi tutte nel mio ruolo. Tesser mi ha aiutato a crescere. E quella parentesi lontano da casa mi ha fatto maturare come ragazzo».
Quindi il ritorno a Roma, Voeller che la fa esordire in serie A alla prima giornata contro la Fiorentina. Da lì i tanti cambiamenti sulla panchina giallorossa.
«Tutti i tecnici che mi ha anno allenato hanno avuto fiducia in me, chi più e chi meno. Anche Prandelli, durante il precampionato. Spalletti è stato quello che mi ha fatto giocare nel mio ruolo con continuità. Sento molto la sua fiducia, mi aiuta a 360 gradi per migliorare».
Il primo gol in serie A lo aspettava da tempo. Quanto le è servito?
«Molto perché mi aiuterà a sbloccarmi e ad avere più sicurezza in me stesso».
L’Under 21 può essere anche per lei il trampolino di lancio per la Nazionale maggiore?
«Per ora non ci penso, il mio obiettivo è impormi con la Roma. Nell’Under 21 mi trovo bene, nelle ultime partite non sono stato convocato, spero di essere richiamato».
Nella Nazionale di Gentile gioca con il numero dieci.
«E’ il mio numero preferito. Mi piacerebbe giocare l’Europeo Under 21 con quella maglia».
La Roma dei romani ha in lei un degno rappresentante. Che ne pensa?
«E’ molto importante. Per chi è cresciuto nel vivaio giocare in serie A con questa maglia è il massimo. Ha ragione Totti, è un’emozione unica».
Totti oltre ad essere il suo capitano è anche suo amico?
«Lo stimo molto, lo sto conoscendo meglio negli ultimi tempi. Cerco di imparare tanto da lui e ascolto i consigli che mi dà». che per imporsi sarebbe stato meglio andare via da Roma?
«Qualche volta, quando sono stato criticato. Ho pensato di andare a fare esperienza da altre parti. Ma nello stesso tempo ho sperato che non accadesse ».
Eppure lei ha avuto la possibilità di andare in Inghilterra, da giovanissimo.
«Quando avevo sedici anni mi cercarono Chelsea e Arsenal. Mi fermò il sogno di giocare con la maglia della Roma. E comunque sarebbe stata Bruno Conti per lei ha avuto un ruolo importante.
«Sì, soprattutto in quel periodo. Si impegnò per farmi restare alla Roma. Ma in quel momento fu importante anche sentire la fiducia di Capello e Galbiati».
Domenica arriva il Milan di Ancelotti. Anche lui ha indossato la maglia numero otto della Roma. E’ stato un suo modello?
«Ero troppo piccolo quando Ancelotti giocava In cosa deve migliorare?
«In tutto,».
Totti è il giocatore italiano più forte?
«Non c’è dubbio».
Nella sua ancora breve carriera ha mai pensato una scelta delicata, ero troppo piccolo».
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