Post by chespettacolo on Jun 10, 2005 19:57:28 GMT 1
E' voluto andare egli stesso a Trigoria ieri pomeriggio, lasciando la sua
abitazione per raggiungere il centro sportivo e assistere all'amichevole tra
la Roma e il Divino Amore. Franco Sensi ha voglia di tornare in sella e nel
giorno in cui attraverso la rivista La Roma, il magazine ufficiale della
società giallorossa, ha rinnovato la sua sfida ai vertici del calcio
nazionale mentre la figlia Rosella col suo braccio operativo Pradè sembrano
ormai lanciati verso il completamento del mosaico della nuova Roma. Eppure,
tra tante indiscrezioni di mercato la notizia più importante per i tifosi
della Roma era contenuta nell'editoriale del numero di giugno della rivista
ufficiale, per il saluto che il presidente ha voluto scrivere di suo pugno a
tutti i tifosi della Roma. L'ultima uscita ufficiale di Franco Sensi risale
addirittura all'11 settembre 2004, quando rilasciò un'intervista al Corriere
dello Sport. Ieri è tornato a parlare dicendo cose molto importanti: che il
2004-2005 va considerato un anno fondamentale in vista del nuovo ciclo
vincente che si sta per aprire, che nonostante le difficoltà derivate dall'addio
di Prandelli i risultati raggiunti con la qualificazione alla Coppa Uefa e
con la finale di Coppa Italia danno comunque un bilancio lusinghiero, che se
si dovesse vincere si entrerebbe in competizione diretta con la Juventus per
raggiungere per primi la coccarda delle coccarde (la decima vittoria), che
la "macchina" organizzativa della società si è rimessa in moto e ora procede
splendidamente grazie al lavoro della figlia Rosella con cui il feeling è
totale e incondizionato, che il vantaggio rispetto alle altre grandi realtà
del calcio italiano è che la Roma ha spese più contenute anche se gli
incassi possono essere simili e che sbaglia chi ritiene che la Roma abbia
imboccato una via di subalternità rispetto ad altre realtà calcistiche
nazionali: anzi, «la Roma sarà sempre più forte ed indipendente». Il finale
è invece tutto dedicato a Francesco Totti e reca con sé l'augurio che il
capitano possa ritrovare nei prossimi anni la sua definitiva maturazione e
con essa i risultati che il suo talento gli dovrebbe garantire. Ha
cominciato salutando i suoi lettori: «E' un piacere per me poter parlare ai
tifosi dalle colonne della Rivista Ufficiale, sapendo di rivolgermi ai veri
appassionati. La stagione sta per regalarci un ultimo atto, la finale della
Coppa Italia, con la speranza di poter cucire una coccarda tricolore sulla
maglia giallorossa. Io non ho ancora vinto questo trofeo e vorrei mettere in
bacheca l'ottava affermazione romanista: nel torneo siamo secondi per
vittorie solo alla Juventus (ne ha vinte nove) e sarebbe bello arrivare
prima di tutti a toccare i 10 titoli per reclamare una stella di Coppa». Poi
ha ricordato le difficoltà di una stagione «piena di complicazioni, con una
crisi tecnica costante a vanificare ogni programma, ma nella difficoltà sono
stati fatti passi decisivi per la società, al punto da farmi considerare il
2004-05 come il momento più importante per l'apertura di un nuovo ciclo
vincente e duraturo. Forse l'abbandono di Prandelli in piena preparazione ha
fermato sul nascere la prima fase del progetto, avviando peraltro un
tormentato periodo, durante il quale le difficoltà sportive sono state
innumerevoli, ma se oggi abbiamo comunque ottenuto la partecipazione alla
Coppa Uefa della prossima stagione e sitamo preparando la finale di Coppa
Italia, avendo portato avanti il nostro piano industriale per il
riequilibrio dei conti, rispettando con sacrificio le diverse scadenze
priviste, significa che abbiamo centrato il vero traguardo stagionale,
restituendo alla Roma prospettive adeguate al suo rango». Poi ha spiegato i
motivi del suo ottimismo: «E' vero, guardo con grande fiducia al futuro
perché abbiamo risolto i problemi più gravi, mettendo in moto una
riorganizzazione totale. La Roma è grande per definizione. Ha un fatturato
da grande, un palcoscenico da grande, un pubblico impareggiabile e un bacino
d'utenza unico. Il nostro primo segreto nasce da questo. La Capitale d'
Italia parte dal quarto fatturato ma da costi sensibilmente ridotti rispetto
alle altre grandi e con la prospettiva di valorizzare meglio il marchio Roma
nel mondo, attraverso la ricerca di nuovi partner internazionali. Abbiamo
intenzione di valorizzare quelle identità che rendono unica Roma e che forse
fino ad oggi non abbiamno mai sfruttato in pieno». Dell'unione di intenti
con la sua famiglia ne fa un motivo d'onore: «Molti hanno cercato di
presentare all'esterno una famiglia Sensi divisa, come se la politica
portata avanti da mia figlia Rosella, l'Amministratore Delegato e
Consigliere di Lega, fosse in contrasto con le idee che hanno sempre
accompagnato le mie battaglie. Niente di più falso, come è falso pensare
anche solo un momento ad una Roma vassalla o piegata alla ragion di stato.
Le scelte effettuate sono state tutte concordate e fanno parte di una
strategia che renderà la Roma sempre più forte e indipendente. L'unione
della famiglia Sensi è nei fatti, nel sacrificio costante, nella dedizione
che non una ma tre generazioni hanno già dimostrato verso questa causa. Le
mie figlie, come me e come mio padre, hanno lottato per garantire il bene
della Roma. Io le ringrazio e sono vicino in particolare a Rosella, spesso
non compresa e criticata: in pochi mesi ha dato prova di carattere e
personalità. Anche questo per la Roma è una fortuna». La chiusura è stata
interamente dedicata al figlio maschio che non ha mai avuto: «L'ultimo
pensiero che voglio condividere è dedicato a Totti, il Capitano, il
giocatore più importante della storia moderna della Roma. Francesco si sposa
e diventa padre, una favola bellissima che vivrò con emozione al suo fianco.
Questi due momenti dovranno portarlo alla definitiva maturazione ed aiutarlo
ad aprire la fase migliore della sua carriera. L'ultimo anno è stato
travagliato, pieno di nervosismo e delusione, ricco di cartellini gialli e
rossi, con immagini spiacevoli. Totti non merita questo, la sua naturale
dimensione è un'altra».[/b]
abitazione per raggiungere il centro sportivo e assistere all'amichevole tra
la Roma e il Divino Amore. Franco Sensi ha voglia di tornare in sella e nel
giorno in cui attraverso la rivista La Roma, il magazine ufficiale della
società giallorossa, ha rinnovato la sua sfida ai vertici del calcio
nazionale mentre la figlia Rosella col suo braccio operativo Pradè sembrano
ormai lanciati verso il completamento del mosaico della nuova Roma. Eppure,
tra tante indiscrezioni di mercato la notizia più importante per i tifosi
della Roma era contenuta nell'editoriale del numero di giugno della rivista
ufficiale, per il saluto che il presidente ha voluto scrivere di suo pugno a
tutti i tifosi della Roma. L'ultima uscita ufficiale di Franco Sensi risale
addirittura all'11 settembre 2004, quando rilasciò un'intervista al Corriere
dello Sport. Ieri è tornato a parlare dicendo cose molto importanti: che il
2004-2005 va considerato un anno fondamentale in vista del nuovo ciclo
vincente che si sta per aprire, che nonostante le difficoltà derivate dall'addio
di Prandelli i risultati raggiunti con la qualificazione alla Coppa Uefa e
con la finale di Coppa Italia danno comunque un bilancio lusinghiero, che se
si dovesse vincere si entrerebbe in competizione diretta con la Juventus per
raggiungere per primi la coccarda delle coccarde (la decima vittoria), che
la "macchina" organizzativa della società si è rimessa in moto e ora procede
splendidamente grazie al lavoro della figlia Rosella con cui il feeling è
totale e incondizionato, che il vantaggio rispetto alle altre grandi realtà
del calcio italiano è che la Roma ha spese più contenute anche se gli
incassi possono essere simili e che sbaglia chi ritiene che la Roma abbia
imboccato una via di subalternità rispetto ad altre realtà calcistiche
nazionali: anzi, «la Roma sarà sempre più forte ed indipendente». Il finale
è invece tutto dedicato a Francesco Totti e reca con sé l'augurio che il
capitano possa ritrovare nei prossimi anni la sua definitiva maturazione e
con essa i risultati che il suo talento gli dovrebbe garantire. Ha
cominciato salutando i suoi lettori: «E' un piacere per me poter parlare ai
tifosi dalle colonne della Rivista Ufficiale, sapendo di rivolgermi ai veri
appassionati. La stagione sta per regalarci un ultimo atto, la finale della
Coppa Italia, con la speranza di poter cucire una coccarda tricolore sulla
maglia giallorossa. Io non ho ancora vinto questo trofeo e vorrei mettere in
bacheca l'ottava affermazione romanista: nel torneo siamo secondi per
vittorie solo alla Juventus (ne ha vinte nove) e sarebbe bello arrivare
prima di tutti a toccare i 10 titoli per reclamare una stella di Coppa». Poi
ha ricordato le difficoltà di una stagione «piena di complicazioni, con una
crisi tecnica costante a vanificare ogni programma, ma nella difficoltà sono
stati fatti passi decisivi per la società, al punto da farmi considerare il
2004-05 come il momento più importante per l'apertura di un nuovo ciclo
vincente e duraturo. Forse l'abbandono di Prandelli in piena preparazione ha
fermato sul nascere la prima fase del progetto, avviando peraltro un
tormentato periodo, durante il quale le difficoltà sportive sono state
innumerevoli, ma se oggi abbiamo comunque ottenuto la partecipazione alla
Coppa Uefa della prossima stagione e sitamo preparando la finale di Coppa
Italia, avendo portato avanti il nostro piano industriale per il
riequilibrio dei conti, rispettando con sacrificio le diverse scadenze
priviste, significa che abbiamo centrato il vero traguardo stagionale,
restituendo alla Roma prospettive adeguate al suo rango». Poi ha spiegato i
motivi del suo ottimismo: «E' vero, guardo con grande fiducia al futuro
perché abbiamo risolto i problemi più gravi, mettendo in moto una
riorganizzazione totale. La Roma è grande per definizione. Ha un fatturato
da grande, un palcoscenico da grande, un pubblico impareggiabile e un bacino
d'utenza unico. Il nostro primo segreto nasce da questo. La Capitale d'
Italia parte dal quarto fatturato ma da costi sensibilmente ridotti rispetto
alle altre grandi e con la prospettiva di valorizzare meglio il marchio Roma
nel mondo, attraverso la ricerca di nuovi partner internazionali. Abbiamo
intenzione di valorizzare quelle identità che rendono unica Roma e che forse
fino ad oggi non abbiamno mai sfruttato in pieno». Dell'unione di intenti
con la sua famiglia ne fa un motivo d'onore: «Molti hanno cercato di
presentare all'esterno una famiglia Sensi divisa, come se la politica
portata avanti da mia figlia Rosella, l'Amministratore Delegato e
Consigliere di Lega, fosse in contrasto con le idee che hanno sempre
accompagnato le mie battaglie. Niente di più falso, come è falso pensare
anche solo un momento ad una Roma vassalla o piegata alla ragion di stato.
Le scelte effettuate sono state tutte concordate e fanno parte di una
strategia che renderà la Roma sempre più forte e indipendente. L'unione
della famiglia Sensi è nei fatti, nel sacrificio costante, nella dedizione
che non una ma tre generazioni hanno già dimostrato verso questa causa. Le
mie figlie, come me e come mio padre, hanno lottato per garantire il bene
della Roma. Io le ringrazio e sono vicino in particolare a Rosella, spesso
non compresa e criticata: in pochi mesi ha dato prova di carattere e
personalità. Anche questo per la Roma è una fortuna». La chiusura è stata
interamente dedicata al figlio maschio che non ha mai avuto: «L'ultimo
pensiero che voglio condividere è dedicato a Totti, il Capitano, il
giocatore più importante della storia moderna della Roma. Francesco si sposa
e diventa padre, una favola bellissima che vivrò con emozione al suo fianco.
Questi due momenti dovranno portarlo alla definitiva maturazione ed aiutarlo
ad aprire la fase migliore della sua carriera. L'ultimo anno è stato
travagliato, pieno di nervosismo e delusione, ricco di cartellini gialli e
rossi, con immagini spiacevoli. Totti non merita questo, la sua naturale
dimensione è un'altra».[/b]