Post by Nardella Rosario on Aug 18, 2005 8:12:20 GMT 1
Lo schiaffo in faccia a Tudor un atto violento? Assolutamente no, è un gesto sicuramente Gandhiano e spiego perché:
Sono qui a scrivere su quello che viene ritenuto,l’esecrabile gesto di Francesco Totti.
Appartengo a quella sparuta schiera di tifosi il quale non è d’accordo con il resto del mondo che qualifica il gesto di violenza del signor Totti come vergognoso.Se fosse stato per me, lo avrei premiato con 150.000 € ed una vacanza a Terracina.
Dico questo perché penso che là dove ci sono motivi di ritenere che le condizioni in cui una persona si trova a lavorare,a giocare o a vivere potrebbero cambiare e non cambiano allora scatta la rabbia. Quindi soltanto quando il mio senso della giustizia viene continuamente calpestato ed insultato, quando la mia lealtà viene inspiegabilmente derisa dalla “sfortuna”, dalle “sviste arbitrali” o più ancora dal “caso”, quando vengo irragionevolmente messo in condizioni di non potermi esprimere, di dare quello che so e posso allora in queste circostanze che riguardano sia la sfera del quotidiano sia la sfera pubblica un gesto violento e non deliberato ma tempestivo e rapido come è stato lo schiaffo in faccia a Tudor, senza ragionare su ciò che mi aspetta dopo, è l’unico gesto che può riportare in paro la bilancia della giustizia.
Ancora di più, un pugno sul naso dato per rabbia è l’unico gesto pienamente umano, perché la rabbia, come l’amore, e la carezza, espressione di tenerezza, sono gesti che esprimono il sentimento e la capacità di commuoversi di emozionrsi.
Sono sentimenti naturalmente umani che appartengono alla sfera della commozione, curare Francesco Totti o chiunque essere umano da esse, come sento in molte trasmissioni, è disumanizzare.
Al contrario il distacco, l’equanimità di un Del Piero portate come esempio di virtù compiutamente umane sono caratteristiche che appartengono alla sfera della robotica e della patologia più che a quella umana.
D’altronde i robot di Asimov avevano il problema del tutto opposto a quello che viene indicato come il modello di comportamento consigliato dai dirigenti del calcio: quello di sentire e di emozionarsi come essere umani.
Dove forse Totti ha sbagliato è chiedere scusa perché, e tento di spiegarmi: quando un potere, in questo caso quello del calcio, sceglie di far valere le regole a discrezione, quando si pone al di sopra ed al di fuori del valore di lealtà, come nel caso del doping, la massa dei tifosi sente questa condizione ancora prima che ingiusta ipocrita e malevole.
L’esplosione di violenza che ne consegue, e non importa che ad esercitarla sia la massa dei tifosi od uno solo in campo, ha lo scopo di smascherare le astute macchinazioni e manipolazioni del palazzo. Non ci si può fidare delle parole della maggior parte dei conduttori televisivi e delle promesse del palazzo quando invece di svelare e fare giustizia nascondono la verità.
Più che della tutela degli interessi è l’uso dei discorsi apparentemente ragionevoli a scatenare la rabbia. Usare la ragione come una trappola non è ne razionale ne giustificabile così come usare il fucile per autodifesa è razionale e giustificabile, così come lo schiaffo a mano aperta di Totti rientra nella sfera dell’autodifesa e della razionalità.
Mi sembra molto più riprovevole la testata data da Ibraimovich perché essa appartiene alla categoria dell’intimidazione e non dell’autodifesa dato che egli è un giocatore tutelato e protetto come è dato dimostrare analizzando le partite fin qui giocate.
Una quantità enorme di intelligenza viene spesa per coltivare la rassegnazione: dato che le cose in campo sono state sempre come le vediamo e sempre così andranno è bene adeguarsi al principio di realtà. Si conclude che Totti dovrebbe imparare a non reagire, dovrebbe crescere, e dato che è recidivo si consigliano cure psichiatriche e quant’altro
Perché mai Totti e noi dovremmo rassegnarci al killeraggio verbale e fisico? Perché mai la recidività del Signor Totti viene sempre interpretata come infantilismo e non come maturità culturale,politica e umana, perché Totti non potrebbe aver pensato: c’è del marcio nel calcio desidero, voglio e posso far qualcosa per cambiare? Perché mai il signor Totti non potrebbe aver pensato che perseguire l’obiettivo del pallone d’oro ha un prezzo umano da pagare troppo elevato che preferisce rinunciare piuttosto che perdere il rispetto di se steso?
Ed ecco i burocrati del pensiero calcistico affaccendarsi ad elargire insidiosi consigli
Anche se c’è molto da argomentare sui rapporti che intercorrono tra esercizio del potere e violenza negli stadi ed in campo è da sottolineare che la violenza sorge quando il palazzo è delegittimato dalle azioni che egli stesso compie e che vengono avvertite come astute ed ipocrite manipolazioni contro la lealtà. Certe trasmissioni televisive sembrano essere condotte sotto l’effetto intossicante di trovare ragioni plausibili per nascondere l’indecenza dei signori del calcio contenti di avere a portata un Totti facile capro espiatorio. Chi scomoda la morale e la spiritualità, come ha fatto Lotito, applicandole a gesti per cui andrebbero usate le categorie della dignità, della correttezza e dell’amor proprio, da di se l’immagine del funzionario in malafede o se preferite del piccolo attore di provincia che non ha capito il copione che sta recitando o come, parafrasando Musil, di un presidente senza qualità.
Signor Lotito c’è più pulizia morale nel gesto di Totti o in una partita giocata con dignità e persa che in uno scudetto vinto barando o ricorrendo alle “sviste arbitrali” o ai trucchi della provocazione per far scattare il gesto violento.
Lei signor Lotito sarà forse un grande laziale, ma sicuramente un piccolo uomo, sentite le sue affrmazioni. Conosco molti laziali della cui amicizia mi vanto in cui l’essere laziale non configge con le qualità dell’essere uomo come sembra invece essere per lei.
La dichiarazioni del signor Totti: Giochiamo sempre contro 12 appartiene allo stesso ordine gestuale della pizza rifilata platealmente in campo a Tudor: entrambi irridono e manifestano disprezzo per chi governa le cose del calcio. Ormai il governo del calcio ha solo l’uso della coercizione dato che è fallito quella della persuasione, ma ha perso l’autorità la quale si basa sull’indiscusso riconoscimento ad obbedire a regole condivise.
Ma quando gli stessi signori del calcio non rispettano le regole che essi stesso hanno promosso c’è perdita di credibilità e di autorità. Per poter conservare l’autorità sono inutili sia la persuasione che la coercizione serve solo il rispetto per le persone che a quelle regole dovrebbero ubbidire per la funzione della carica che si ricopre.
Dal punto di osservazione che ho scelto sento come profondamente violenta e vendicativa la decisione di punire Il signor Totti. Sento la paura che altri calciatori dirigenti possano seguirlo con atti e parole
Chi gestisce le cose del calcio dovrebbe ringraziare Totti per il suo gesto perché, consapevolmente o no, forse ha evitato l’esplosione della rabbia collettiva.
Detto questo, il gesto di Totti a me sembra appartenere più alla cultura Gandhiana che a quella di un Hitler o di uno Stalin . Certamente il governo inglese aveva le sue buone ragioni per non farla finire in un bagno di sangue. spero solo che i signori del calcio trovino anche loro buone ragioni per non continuare a gestire l’attività calcistica così come stanno facendo.
Che non crepi il lupo
Rosario Nardella
Ho aperto un sito internet al seguente
URL: www.genssergia.splinder.com visitatelo e lasciate un commento
Se lo desiderate continuerò ad inviare lettere.
Sono qui a scrivere su quello che viene ritenuto,l’esecrabile gesto di Francesco Totti.
Appartengo a quella sparuta schiera di tifosi il quale non è d’accordo con il resto del mondo che qualifica il gesto di violenza del signor Totti come vergognoso.Se fosse stato per me, lo avrei premiato con 150.000 € ed una vacanza a Terracina.
Dico questo perché penso che là dove ci sono motivi di ritenere che le condizioni in cui una persona si trova a lavorare,a giocare o a vivere potrebbero cambiare e non cambiano allora scatta la rabbia. Quindi soltanto quando il mio senso della giustizia viene continuamente calpestato ed insultato, quando la mia lealtà viene inspiegabilmente derisa dalla “sfortuna”, dalle “sviste arbitrali” o più ancora dal “caso”, quando vengo irragionevolmente messo in condizioni di non potermi esprimere, di dare quello che so e posso allora in queste circostanze che riguardano sia la sfera del quotidiano sia la sfera pubblica un gesto violento e non deliberato ma tempestivo e rapido come è stato lo schiaffo in faccia a Tudor, senza ragionare su ciò che mi aspetta dopo, è l’unico gesto che può riportare in paro la bilancia della giustizia.
Ancora di più, un pugno sul naso dato per rabbia è l’unico gesto pienamente umano, perché la rabbia, come l’amore, e la carezza, espressione di tenerezza, sono gesti che esprimono il sentimento e la capacità di commuoversi di emozionrsi.
Sono sentimenti naturalmente umani che appartengono alla sfera della commozione, curare Francesco Totti o chiunque essere umano da esse, come sento in molte trasmissioni, è disumanizzare.
Al contrario il distacco, l’equanimità di un Del Piero portate come esempio di virtù compiutamente umane sono caratteristiche che appartengono alla sfera della robotica e della patologia più che a quella umana.
D’altronde i robot di Asimov avevano il problema del tutto opposto a quello che viene indicato come il modello di comportamento consigliato dai dirigenti del calcio: quello di sentire e di emozionarsi come essere umani.
Dove forse Totti ha sbagliato è chiedere scusa perché, e tento di spiegarmi: quando un potere, in questo caso quello del calcio, sceglie di far valere le regole a discrezione, quando si pone al di sopra ed al di fuori del valore di lealtà, come nel caso del doping, la massa dei tifosi sente questa condizione ancora prima che ingiusta ipocrita e malevole.
L’esplosione di violenza che ne consegue, e non importa che ad esercitarla sia la massa dei tifosi od uno solo in campo, ha lo scopo di smascherare le astute macchinazioni e manipolazioni del palazzo. Non ci si può fidare delle parole della maggior parte dei conduttori televisivi e delle promesse del palazzo quando invece di svelare e fare giustizia nascondono la verità.
Più che della tutela degli interessi è l’uso dei discorsi apparentemente ragionevoli a scatenare la rabbia. Usare la ragione come una trappola non è ne razionale ne giustificabile così come usare il fucile per autodifesa è razionale e giustificabile, così come lo schiaffo a mano aperta di Totti rientra nella sfera dell’autodifesa e della razionalità.
Mi sembra molto più riprovevole la testata data da Ibraimovich perché essa appartiene alla categoria dell’intimidazione e non dell’autodifesa dato che egli è un giocatore tutelato e protetto come è dato dimostrare analizzando le partite fin qui giocate.
Una quantità enorme di intelligenza viene spesa per coltivare la rassegnazione: dato che le cose in campo sono state sempre come le vediamo e sempre così andranno è bene adeguarsi al principio di realtà. Si conclude che Totti dovrebbe imparare a non reagire, dovrebbe crescere, e dato che è recidivo si consigliano cure psichiatriche e quant’altro
Perché mai Totti e noi dovremmo rassegnarci al killeraggio verbale e fisico? Perché mai la recidività del Signor Totti viene sempre interpretata come infantilismo e non come maturità culturale,politica e umana, perché Totti non potrebbe aver pensato: c’è del marcio nel calcio desidero, voglio e posso far qualcosa per cambiare? Perché mai il signor Totti non potrebbe aver pensato che perseguire l’obiettivo del pallone d’oro ha un prezzo umano da pagare troppo elevato che preferisce rinunciare piuttosto che perdere il rispetto di se steso?
Ed ecco i burocrati del pensiero calcistico affaccendarsi ad elargire insidiosi consigli
Anche se c’è molto da argomentare sui rapporti che intercorrono tra esercizio del potere e violenza negli stadi ed in campo è da sottolineare che la violenza sorge quando il palazzo è delegittimato dalle azioni che egli stesso compie e che vengono avvertite come astute ed ipocrite manipolazioni contro la lealtà. Certe trasmissioni televisive sembrano essere condotte sotto l’effetto intossicante di trovare ragioni plausibili per nascondere l’indecenza dei signori del calcio contenti di avere a portata un Totti facile capro espiatorio. Chi scomoda la morale e la spiritualità, come ha fatto Lotito, applicandole a gesti per cui andrebbero usate le categorie della dignità, della correttezza e dell’amor proprio, da di se l’immagine del funzionario in malafede o se preferite del piccolo attore di provincia che non ha capito il copione che sta recitando o come, parafrasando Musil, di un presidente senza qualità.
Signor Lotito c’è più pulizia morale nel gesto di Totti o in una partita giocata con dignità e persa che in uno scudetto vinto barando o ricorrendo alle “sviste arbitrali” o ai trucchi della provocazione per far scattare il gesto violento.
Lei signor Lotito sarà forse un grande laziale, ma sicuramente un piccolo uomo, sentite le sue affrmazioni. Conosco molti laziali della cui amicizia mi vanto in cui l’essere laziale non configge con le qualità dell’essere uomo come sembra invece essere per lei.
La dichiarazioni del signor Totti: Giochiamo sempre contro 12 appartiene allo stesso ordine gestuale della pizza rifilata platealmente in campo a Tudor: entrambi irridono e manifestano disprezzo per chi governa le cose del calcio. Ormai il governo del calcio ha solo l’uso della coercizione dato che è fallito quella della persuasione, ma ha perso l’autorità la quale si basa sull’indiscusso riconoscimento ad obbedire a regole condivise.
Ma quando gli stessi signori del calcio non rispettano le regole che essi stesso hanno promosso c’è perdita di credibilità e di autorità. Per poter conservare l’autorità sono inutili sia la persuasione che la coercizione serve solo il rispetto per le persone che a quelle regole dovrebbero ubbidire per la funzione della carica che si ricopre.
Dal punto di osservazione che ho scelto sento come profondamente violenta e vendicativa la decisione di punire Il signor Totti. Sento la paura che altri calciatori dirigenti possano seguirlo con atti e parole
Chi gestisce le cose del calcio dovrebbe ringraziare Totti per il suo gesto perché, consapevolmente o no, forse ha evitato l’esplosione della rabbia collettiva.
Detto questo, il gesto di Totti a me sembra appartenere più alla cultura Gandhiana che a quella di un Hitler o di uno Stalin . Certamente il governo inglese aveva le sue buone ragioni per non farla finire in un bagno di sangue. spero solo che i signori del calcio trovino anche loro buone ragioni per non continuare a gestire l’attività calcistica così come stanno facendo.
Che non crepi il lupo
Rosario Nardella
Ho aperto un sito internet al seguente
URL: www.genssergia.splinder.com visitatelo e lasciate un commento
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